venerdì 12 aprile 2013

La donna di carta - capitolo 2


[Hai perso il capitolo 1? Lo trovi qui]
2. Alouette
Fuoco.
I miei occhi annegano nel doloroso fascino di queste fiamme.
Lo senti?
Senti il calore avvolgerti nel suo rovente abbraccio? Senti le lingue di fuoco strisciarti addosso in una seduzione letale, penetrarti come il più ardente e spietato degli amanti? Senti il bruciore esploderti attorno, consumare la carne, polverizzare le tue fragili ossa nel più crudele e sublime amplesso della tua vita?
Io sì.
Ogni mattina, nel fuoco che divora quelle pagine maledette, vengo divorato anch’io.
Tra le fiamme, crepito e mi consumo.
Tra le ceneri, languisco in agonia.
Non c’è scampo alla crudele simbiosi con quegli scritti fantasma: finché vivrò, loro vivranno. Distruggendoli, distruggo me stesso.
Fiamma dopo fiamma, cenere dopo cenere.
Come Prometeo incatenato alla roccia, ogni giorno rinnovo il mio supplizio.
E tu, dea irremovibile, osservi sorridendo.
Cammino e mi sei addosso, un umido mantello di rimpianti e di ricordi.
Ombra tra le ombre, in questa pallida vita.
I miei passi ricalcano sentieri già battuti, orme impastate di polvere e lacrime.
Sette anni.
Sette inverni, e primavere, e autunni, ed estati: migliaia di giorni e di passi incisi su questa strada e sulla mia pelle.
Mi vedi?
Mi osservi mentre ripercorro con fede di supplice i tuoi ultimi istanti, mentre inseguo la labile scia del tuo passaggio?
Io sì.
Ti vedo a ogni passo. A ogni filo d’erba che forse ha conosciuto i tuoi piedi, a ogni pianta che ha attirato il tuo sguardo, a ogni raggio di sole che si è guadagnato il tuo sorriso.
Ti vedo, eppure non ci sei.
Non ci sei più.
Scomparsa come le pagine sul mio scrittoio.
Soffiata via in una nuvola di cenere, eppure destinata a bruciare per sempre.
Eccomi.
Ancora una volta, sono qui.
La tua culla.
La tua tomba.
L’acqua riluce tetra sotto un cielo livido di nuvole.
Amavi questo posto.
Passavi ore sulle cupe sponde del lago, fissandone la superficie con aria di sfida.
Trovarono le tue scarpe, quel giorno. Dissero che dovevi aver cercato la morte in quelle gelide acque, che il tuo corpo non sarebbe più riemerso.
Nessun sepolcro per la tua anima dannata: un’urna d’acqua ti avrebbe custodita, per sempre.
Non gli credetti, allora. Non gli credo adesso.
Ogni giorno vengo qui ad aspettarti.
Ogni giorno attendo il tuo ritorno.
Ma oggi qualcosa è diverso.
Il grigio livore del cielo sembra quasi pulsare, il fischio del vento diventa richiamo, le chiome degli alberi crepitano di sussurri e segreti.
Un torpore sottile mi annebbia la vista, offusca la mente e in un istante mi ritrovo disteso ai margini della realtà.
Stai arrivando.
E di colpo il sonno mi assale.
Buio.
Silenzio.
Freddo.
E poi una debole nenia arriva distorta al mio orecchio.
Alouette, gentille alouette, je te plumerai…
Un mondo liquido e oscuro prende forma lungo la traiettoria della melodia, rischiarato dalle sue flebili onde sonore.
Il fondo del lago.
Appeso a quella voce infantile, avanzo.
Je te plumerai la tête…
Ed ecco, la vedo.
Una bimba dagli occhi neri che guarda fisso a terra .
E sotto quelle note, il fondo melmoso inizia a smuoversi, un brivido lo scuote mentre il profilo sfuggente di un viso emerge da quel viscoso sarcofago.
Alouette, gentille alouette, je te plumerai…
Annaspo di orrore, eppure adesso anche io sto cantando, un sussurro a fior di labbra che celebra quel macabro spettacolo.
Eccoti.
Ancora una volta.
Emergi dalla melma come una Venere sfregiata, le labbra bluastre sorridono in un viso sfigurato dal gonfiore, striato da putride ciocche di capelli.
Lacrime salate si disciolgono nelle gelide acque del lago.
Hai lo stesso vestito.
Il vestito azzurro di quel giorno.
E sono nudi quei piedi che avanzano verso di me.
No.
Ti stringo a me, ma le mie braccia affondano nella tua pelle sfilacciata, perforano il viscido involucro del tuo corpo.
Sotto i miei occhi, ti disgreghi in brandelli di carne bluastra.
Il mio abbraccio si infrange sul tuo vestito azzurro, vuoto.
La bimba con gli occhi neri ha smesso di cantare.
****
Come proseguirà la storia? Cosa troverà lo scrittore al suo risveglio?
a) Delle parole incise sulla sabbia con la propria calligrafia: una richiesta di aiuto.
b) La bambina con gli occhi neri, che lo fissa in silenzio.
c) "Aloutte, gentille alouette..." Qualcuno sta cantando.
VOTA QUI!!

E in esclusiva, ecco "Alouette": http://www.youtube.com/watch?v=LiCZe8FIKnc

Nessun commento:

Posta un commento